I migliori anni by Cinzia Giorgio

I migliori anni by Cinzia Giorgio

autore:Cinzia Giorgio [Cinzia Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2020-01-14T23:00:00+00:00


Subito dopo pranzo, Matilde aspettò che Nereide si addormentasse per salire indisturbata sul terrazzo. Di giorno la vista dominava tutta la città. Il clima sereno e soleggiato faceva il resto. Un paradiso inaspettato per i nervi di Matilde che avevano bisogno di una tregua. Tirò fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette, che le aveva regalato Sam. Aveva portato con sé un fiammifero, e dopo qualche goffo tentativo finalmente riuscì ad accendere la sigaretta. Le prime boccate la fecero tossire, ma si abituò ben presto. Si andò a sedere dove Gregorio le aveva suggerito, la notte in cui le aveva mostrato quel luogo magico e solitario.

Lasciò per un po’ che il vento le scompigliasse i capelli e chiuse gli occhi. Sorrise. Che pace e che tranquillità. La città sembrava addormentata, alle tre del pomeriggio. La guerra era un’eco lontana, lontanissima. Nonostante fosse nervosa, Matilde aveva gustato il pranzo preparato da Lina e da Nereide. Avevano cucinato un’ottima ciambotta a base di patate, cipolla e zucchine, che lei e Tonino avevano portato da Venosa. I ragazzi avevano parlato di andare a divertirsi un po’ quel pomeriggio. Bari pullulava di locali notturni e teatri. I frequentatori più assidui, aveva detto Saverio, erano i marinai americani. Il Petruzzelli, il Margherita e il Kursaal erano sempre strapieni di americani a riposo, che avevano voglia di staccare la spina dalla routine della guerra. Tonino era rimasto affascinato dai racconti di Saverio. Così Mauro aveva proposto di andare a dare un’occhiata al Margherita nel tardo pomeriggio. Tonino aveva guardato sua sorella, aspettandosi che lei gli impedisse di andare, ma Matilde non aveva replicato. Aveva troppo bisogno di stare da sola.

Per fortuna Gregorio non aveva pranzato con loro. Saverio non aveva più detto nulla riguardo a Luisa, e Matilde aveva tirato un sospiro di sollievo e considerato l’argomento chiuso per sempre. Avrebbe voluto chiedere tante cose a Saverio, fargli mille domande. Aveva pensato e ripensato infinite volte a tutto ciò che si erano detti qualche ora prima. Avrebbe voluto rispondere con più arguzia alle sue provocazioni, ma non ci era riuscita. La lingua le si era paralizzata, per lo stupore e anche per il timore di dire troppo. Forse era stato meglio così, pensò tra una boccata e l’altra: meno si dice e meno ci si espone. Sua nonna Antonia le ripeteva sempre che il silenzio è d’oro e la parola è d’argento.

«Che ci fai qui, Matilde?», la voce di Tonino la indusse ad aprire gli occhi. Suo fratello era salito sulla terrazza e si stava dirigendo verso di lei.

Quando le fu di fronte, Matilde rispose: «Fumo. Tu, piuttosto, come sai di questo posto?»

«Non lo sapevo», ammise Tonino stringendo le spalle. «Saverio e Mauro sono andati a studiare, la signorina Zolesi dorme e io ti cercavo per avere un po’ di compagnia. Ho guardato dappertutto, e la porta della terrazza era socchiusa».

«Ora mi hai trovata. Dimmi tutto», sorrise Matilde.

«No, è che, be’, non vorrei che te la fossi presa per prima. Se vuoi non ti lascio da sola stasera.



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